Nuotare in lago o al mare implica correnti, traffico di imbarcazioni e l’assenza di punti di appoggio immediati. La boa di sicurezza o swim buoy nasce per tre funzioni principali. Innanzitutto rende il nuotatore visibile a motoscafi, SUP e kayak grazie ai colori fluorescenti e alla posizione costante in superficie; in secondo luogo offre una piccola spinta di galleggiamento a cui aggrapparsi in caso di crampi o stanchezza improvvisa; infine, molti modelli integrano un comparto stagno per tenere asciutti smartphone, chiavi e documenti durante l’allenamento o la traversata.
Indice
Scegliere la boa giusta prima di entrare in acqua
Sul mercato troverai boe cilindriche da 15–20 litri, modelli a goccia più affusolati e versioni “dry bag” da 28–35 litri per lunghi attraversamenti. Se l’obiettivo è la pura sicurezza e la visibilità, una boa da 15–20 litri è leggera e genera meno resistenza idrodinamica. Se invece prevedi di portare snack, ricambi o attrezzatura elettronica, orientati su un modello a sacco stagno con doppia camera d’aria: la prima funge da comparto impermeabile, la seconda regala galleggiamento anche se la tasca interna è piena.
Preparazione a terra: gonfiaggio e fissaggio
Apri la valvola di gonfiaggio, soffia finché la camera si rigidisce e chiudi rapidamente per evitare che la valvola a baionetta si riapra. Se il modello dispone di comparto stanco, inserisci gli oggetti nell’apertura arrotolabile, schiaccia l’aria in eccesso e arrotola la bocca almeno tre volte prima di agganciare le clip. Collega quindi la cintura in nylon o neoprene alla cinghia corta (30–50 cm) che parte dalla boa: la lunghezza ridotta mantiene la boa nel flusso d’acqua dietro i piedi, riducendo gli strattoni laterali.
Indossare la cintura in modo corretto
La cintura deve posizionarsi appena sopra le creste iliache, dove né stringe lo stomaco né scivola sui glutei. Regola la fibbia in modo che due dita passino tra nastro e pelle: troppo lenta e la boa “mangia” centimetri di cinghia ogni sciolto; troppo stretta e limita la torsione del busto nella bracciata. Prima di entrare in acqua, verifica con un piccolo sprint sul posto che la boa non ruoti trascinando la cintura.
Entrata in acqua e adattamento
Immergiti fin dove riesci a mantenere ancora appoggio coi piedi. Con le mani spingi la boa in avanti e inizia a nuotare lentamente: sentirai la cinghia tirare per un paio di bracciate, poi il flusso si stabilizza e la boa si allinea dietro le caviglie. Se navighi in acque mosse, tenere un ritmo costante di gambata impedisce alla boa di avvicinarsi troppo ai talloni.
Gestione durante la nuotata: minimizzare la resistenza
Mantieni la cintura allineata con la linea mediana del corpo; se tende a ruotare su un fianco, significa che la cinghia è troppo lunga o la bracciata autorizza un’eccessiva oscillazione del bacino. Alcuni nuotatori risolvono regolando la cinghia 5 cm più corta: il galleggiamento tira direttamente dall’asse centrale, la boa resta dietro senza mettere alla prova i fianchi. Nei tratti dove serve orientarsi, basta una piccola rotazione su dorso e il contatto oculare con la boa ti ricorda dove si trova il retro del tuo assetto rispetto alla rotta.
Pausa di recupero o emergenza: usare la boa come appoggio
Per fermarti, piega le ginocchia verso il petto in posizione raccolta e afferra la maniglia superiore della boa. Distendi poi le gambe e rimani in verticale con busto leggermente inclinato. Il volume d’aria garantisce galleggiamento passivo anche per minuti interi, senza sforzo muscolare. Se avverti un crampo, questa posizione scarica la tensione permettendo di massaggiare il muscolo col palmo o con l’altra mano.
Ripartenza dopo la sosta
Da posizione verticale, lascia la maniglia, inclina il busto in avanti ed effettua un leggero calcio a rana combinato a una spinta di braccia in avanti: la boa scivola automaticamente dietro e la cinghia si tende senza strattoni. Torna alla bracciata regolare solo dopo qualche metro per riprendere ritmo.
Conclusione dell’allenamento: deflusso dell’acqua e asciugatura
Una volta a riva, sgancia la cintura e svuota gli eventuali oggetti dal comparto stanco. Se l’acqua è salata, risciacqua subito boa e cinghia con acqua dolce: il sale cristallizzato irrigidisce il tessuto e corrode le clip. Sgonfia aprendo la valvola e premi leggermente dall’estremità opposta: piega la camera d’aria solo a valle della valvola, così non comprimi la plastica del beccuccio. Lascia asciugare all’ombra, in luogo ventilato, prima di riporre in sacca.
Manutenzione periodica
Ogni dieci uscite, verifica le cuciture termo-saldate schiacciandole e cercando bolle d’aria: una piccola perdita si ripara con kit patch in PVC. Controlla che la cintura non presenti sfilacciature e sostituiscila se la fibbia a scatto non scatta più con precisione. In traversate sopra il chilometro, inserisci nel comparto stanco una fischietto di segnalazione e un bustino isotermico d’emergenza: elementi leggeri ma utili se la corrente ti allontana troppo da riva.
Con questi accorgimenti, la boa diventa un compagno di allenamento che non intralcia la nuotata ma ne eleva la sicurezza, trasformando le acque libere in un luogo di allenamento disciplinato e consapevole.