Quando si valuta se installare uno scaldabagno a gas o elettrico ci si confronta con un intreccio di variabili che vanno oltre la semplice potenza nominale. Il punto di partenza è sempre il profilo di consumo: una famiglia numerosa con più docce in rapida successione, lavastoviglie a carico quotidiano e lavatrice collegata all’acqua calda ha fabbisogni diversi rispetto a un single che vive in monolocale. Scegliere significa bilanciare potenza disponibile in casa, costi dell’energia, spazio per l’installazione, requisiti di aerazione e manutenzione, senza trascurare l’impatto ambientale e la sicurezza.
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I prezzi dell’energia
Nell’estate 2025 l’Autorità ARERA registra per le utenze domestiche tutelate un prezzo medio di 0,16053 euro per chilowattora elettrico, con offerte di mercato libero che in qualche caso scendono a 0,128 euro. Parallelamente il gas metano costa intorno a 0,403 euro per metro cubo standard, valore che oscilla di mese in mese ma resta comunque ben al di sopra dei livelli pre-crisi. A parità di energia resa, un chilo di gas produce più calore di un chilowattora elettrico, tuttavia l’efficienza di conversione dei moderni boiler elettrici in classe A compensa in parte la differenza. A incidere è la struttura tariffaria: il kilowattora domestico pesa soprattutto nelle fasce serali, proprio quando si fanno docce e si lavano i piatti. Il metro cubo di gas invece è tassato in maniera più lineare, quindi un boiler a gas mantiene una convenienza marginale nei nuclei con forte domanda concentrata nelle ore di punta.
Come lavorano le due tecnologie: potenza istantanea contro accumulo
Lo scaldabagno a gas brucia metano o GPL in un bruciatore e scambia calore con l’acqua che scorre in serpentina. L’erogazione è pressoché istantanea: l’acqua fredda entra, quella calda esce senza stoccaggio intermedio, il che elimina le perdite di accumulo ma richiede un tiraggio adeguato e un condotto fumi a norma. Il boiler elettrico più diffuso è invece un serbatoio isolato da 50 a 100 litri che riscalda l’acqua con resistenza corazzata; funziona per cicli, accumula e mantiene la temperatura. La versione elettrica istantanea esiste ma domanda potenze di 11-15 kW, difficili da reperire in molti appartamenti.
Connessioni di servizio, spazio e requisiti di ventilazione
Il dispositivo a gas pretende un allacciamento metano, un rubinetto di intercettazione, un tubo di scarico condensa nei modelli a condensazione e un camino o una presa d’aria diretta all’esterno per espellere i fumi; spesso per legge deve stare in locale aerato o all’esterno in armadietto coibentato. L’apparecchio elettrico richiede solo una presa dedicata protetta da interruttore magnetotermico differenziale e può essere montato anche in nicchie interne purché si rispettino le distanze dal soffitto; la resistenza inizia a scaldare appena collegata. In bagni di piccole dimensioni la scelta ricade di frequente sull’unità elettrica perché evita lavori murari complessi per la canna fumaria.
Tempi di acqua calda e comfort d’uso
Con il gas l’acqua calda arriva pochi secondi dopo l’apertura del rubinetto, modulando la fiamma in base al prelievo: ideale per lunghi flussi successivi. Nel boiler elettrico da 80 litri l’acqua si riscalda in due-tre ore e resta disponibile finché non si svuota la riserva; dopo una doccia molto lunga la temperatura cala e bisogna attendere il nuovo ciclo. Per ovviare, alcuni utenti impostano il termostato a 70 °C per diluire l’acqua miscelandola con fredda, ma in tal modo aumentano i cicli e i consumi e rischiano la formazione di calcare.
Efficienza, dispersioni e classe energetica
Il rendimento reale di un boiler elettrico in classe A sfiora il 90 percento, ma sulle 24 ore disperde calore attraverso le pareti, soprattutto in ambienti non riscaldati. Un istantaneo a gas tradizionale viaggia attorno all’85 percento, mentre il modello a condensazione sale oltre il 100 percento sul potere calorifico inferiore perché recupera il calore latente dei fumi. Le dispersioni sono quasi nulle ma aumentano le perdite in standby del circuito di acqua calda sanitaria che attraversa i tubi se la distanza dal punto di erogazione è lunga.
Manutenzione programmata e vita utile
Il generatore a gas necessita di controllo fumi annuale, analisi di combustione, pulizia scambiatore e verifica tiraggio. Ogni quattro-cinque anni va sostituita la valvola di sicurezza e, se in zone calcaree, decarbonizzato lo scambiatore. Il boiler elettrico richiede ispezione e cambio anodo di magnesio ogni due anni per prevenire corrosione interna, più un flussaggio anticalcare della resistenza. La vita media è simile: 10-12 anni elettrico, 12-15 anni gas, se la manutenzione è puntuale.
Sicurezza e norme di installazione
Gli apparecchi a gas comportano rischio di monossido e fuga combustibile: devono essere montati da installatore abilitato, con dichiarazione di conformità e rispetto delle norme UNI 7129. L’elettrico elimina il rischio fumi ma introduce quello elettrico: serve linea dedicata e messa a terra. In entrambi i casi è obbligatorio il gruppo di sicurezza contro sovrapressioni. Nelle ristrutturazioni si opta per l’elettrico anche quando il regolamento condominiale vieta nuove canne fumarie.
Impatto ambientale e prospettive di decarbonizzazione
Il gas emette circa 2 kg di CO₂ per metro cubo bruciato; con il prezzo medio di 0,403 €/Smc una doccia da 10 litri di acqua calda a 40 °C consuma circa 0,15 Smc e produce 300 g di CO₂. Il boiler elettrico, dipendendo dal mix nazionale, emette da zero (se alimentato da fotovoltaico domestico) a 0,233 kg di CO₂ per kilowattora. Se l’energia è acquistata da fornitore certificato rinnovabile, le emissioni indirette si azzerano. Chi possiede impianto fotovoltaico con accumulo trova nell’accumulo elettrico lo scenario più virtuoso: la resistenza si accende nelle ore di esubero solare; l’acqua calda diventa così una “batteria termica” gratuita.
Tre scenari esemplificativi: giovane coppia, famiglia numerosa, casa vacanze
In un bilocale con potenza impegnata di 3 kW e consumo modesto di acqua calda, un boiler elettrico da 50 litri programmato in tariffa F2-F3 notturna costa in un anno intorno a 110 euro di energia, mentre un istantaneo a gas sarebbe sovradimensionato e assoggettato a costi fissi di fornitura metano. In una villetta con quattro persone e due bagni, l’istantaneo a gas o, meglio, un sistema a condensazione con microaccumulo garantisce docce in serie senza vuoti termici e risparmia circa il 15 percento sulla bolletta annua rispetto al boiler elettrico da 100 litri. Nella casa al mare abitata solo d’estate la semplicità di un piccolo boiler elettrico prevale: niente spurgo fumi, nessuna caldaia da mettere in sicurezza in inverno e consumo ridotto ai soli mesi di utilizzo.
Conclusioni
Non esiste un vincitore assoluto fra scaldabagno a gas e scaldabagno elettrico. L’analisi deve partire dai dati di consumo familiare, dal costo locale delle utenze, dalla disponibilità di linea gas o di potenza elettrica, dai vincoli architettonici e dagli obiettivi ambientali. L’apparecchio a gas regala portate illimitate e costi di esercizio competitivi quando la richiesta è alta, a fronte di installazione più complessa e controlli periodici obbligatori. Il boiler elettrico offre semplicità, nessuna emissione diretta e, se integrato a rinnovabili, diventa la soluzione a minore impronta carbonica, ma richiede attenzione alla capacità e ai tempi di riscaldamento per evitare improvvisi freddi sotto la doccia. Scegliere significa quindi ponderare questi fattori e investire dove il bilancio complessivo – economico, tecnico e ambientale – risulta più vantaggioso nel proprio quadro domestico.